V. 13 N. 26 (2019): DIONISIACA I
Nella Grecia antica, Demetra e Dioniso —divinità dei culti agricoli legate rispettivamente alla coltivazione del grano e della vite— erano associati a una saggezza di natura iniziatica, capace di dare accesso ai segreti della vita e della morte. Ad Atene, durante tutta l’epoca classica, i festival di Dioniso invitavano le arti della musica, della poesia e del teatro in momenti particolarmente importanti per la produzione del vino. In questo contesto, attraverso l’uso delle maschere, si celebrava l’essenza del sapere dionisiaco: il divenire universale e la trasmutazione della vita. A pochi kilometri a ovest di Atene, nel santuario di Eleusi, cuore pulsante della saggezza greca, Demetra e Dioniso vegliavano insieme alla celebrazione annuale dei misteri una volta terminato il raccolto. Ancorate in tutto il mondo greco, le saggezze orfico-dionisiache erano praticate, da un lato, da poeti e musicisti, come Orfeo, il mitico cantore disceso negli Inferi per recuperare la sua amata, il quale con il suo canto era riuscito a risvegliare gli elementi della natura; e, dall'altro, dagli antichi saggi del Mediterraneo, come Pitagora, Eraclito ed Empedocle. Ancora oggi pensatori come Nietzsche o Giorgio Colli hanno trovato in questa cultura gli strumenti indispensabili per ripensare e rinnovare la modernità.
Gli articoli presentati nel numero 26 di AFC intendono contribuire alla riflessione sulle saggezze orfico-dionisiache, attraverso un'esplorazione delle sue forme: teatro, poesia e filosofia, seguendo il filo rosso rappresentato dalla figura di Dioniso e dalla sua bevanda sacra : il vino.
Tre articoli trattano della presenza di Dioniso nel teatro: L. Buarque (PUC, Rio) propone un’analisi originale della dimensione politica del dionisismo comico attraverso una lettura degli Acarnesi di Aristofane; A. Vannucci (UFRJ) esamina gli aspetti dionisiaci di alcune maschere della Commedia dell'arte, capaci di oltrepassare i confini tra il mondo dei morti e quello dei vivi; F. La Mantia (Università Korè, Enna) effettua una lettura comparativa delle Baccanti di Soyinka che ne evidenzia la dimensione interculturale.
Tre articoli trattano della presenza del vino nella poesia, nella filosofia e nel mito: V. Andò (Università di Palermo) parla della poesia greca arcaica, che trova la sua ispirazione nel vino e in Dioniso piuttosto che nell’acqua e nelle Muse; G. Casertano (Università Federico II, Napoli) parla del tema del vino nel pensiero platonico; mentre F. Santoro (UFRJ) propone una lettura allegorica del mito orfico dello smembramento di Dioniso, connettendolo ai riti che accompagnano la produzione del vino.
Altri due articoli trattano i miti dionisiaci e le loro interpretazioni: G. Burgio (Università Korè, Enna) analizza l’articolazione tra il mito di Dioniso e il mito di Tiresia nelle Baccanti di Euripide, basandosi sull’archetipo dell’androgino; C. Santaniello (ricercatore indipendente, Roma) esamina un episodio del mito di Dioniso attestato nell’Iliade, quello della sua persecuzione da parte del re Licurgo.
Al tema principale del numero sono legate anche le due recensioni bibliografiche che seguono: Clémence Ramnoux, Œuvres (Encre marine/Les Belles Lettres, 2020) di F. Montevecchi (ricercatrice indipendente, Bologna) e Giorgio Colli, Empedocle (Adelphi, 2019) di R. Saetta Cottone (CNRS, Centro L. Robin).
La maggior parte di questi testi sono stati presentati nell'ambito di Dionisiaca, primo festival sulle saggezze orfico-dionisiache, a Sambuca di Sicilia, nel settembre 2018. Organizzato congiuntamente dal Centro Leon Robin della Sorbona e dal Laboratório Ousia dell’Universidade Federal do Rio de Janeiro con il generoso sostegno di diversi attori locali, questo festival si propone di celebrare, durante il periodo della vendemmia, le arti della produzione vinicola, del teatro, della poesia e della filosofia, attraverso una partecipazione artistico-rituale alla vendemmia, un convegno e diversi spettacoli teatrali. Interrotta nel 2020 a causa della pandemia, dovrebbe riprendere, speriamo, nel 2021. Per rendere omaggio al paese di Sambuca, pubblichiamo la traduzione della favola di Antonella Maggio, Il Fantasme di Zabut, una storia di avventure per insegnare ai bambini i valori della diversità culturale, dell'ospitalità e della libertà.
Questo numero celebra il multiculturalismo con articoli in varie lingue (portoghese, francese, italiano), traduzioni, testi bilingui e trilingui e un articolo in doppia edizione con una versione inglese apparsa nella rivista Mantichora: http://ww2new.unime.it/mantichora/ .
Le fotografie di Dionisiaca sono di Maria da Graça Gomes de Pina.
Approfittiamo di questa pubblicazione per ringraziare calorosamente i nostri sponsor: Di Prima Vini; Teatro L'Idea; Karma s.r.l.; Le Strade del vino; e i nostri supporti istituzionali: Comune di Sambuca di Sicilia (Italia); Capes (Min. of Brazilian Education) e Cofecub (Min. of French Science).
I redattori di questo numero:
Fernando Santoro
Rossella Saetta Cottone